Milano, 30 gennaio 2009
OGGETTO: IL PROBLEMA DEI RICAMBI ORIGINALI AGLI OROLOGIAI RIPARATORI
Ill.mo On. Scajola,
sono
Le ditte importatrici di orologi con relativi ricambi che hanno sede in Italia, non vogliono più distribuire le parti di ricambio necessarie per eseguire le riparazioni, accentrando così il lavoro presso le proprie sedi e stabilendo loro i costi. Si viene così a creare un monopolio a discapito dei consumatori, si infrangono alcuni articoli di legge che vietano queste pratiche e, soprattutto in questo momento di crisi economica, si conducono circa quattromila piccole imprese a chiusura certa.
Dovunque mi sono personalmente rivolto spiegando la situazione, ho assistito ad una sorta di “scaricabarile” a catena fino ad arrivare all’Unione Europea. Mi chiedo come possiamo cercare di andare bene in Italia con questo modo di fare.
Credetemi è una vera delusione il dovere chiudere per forza, avendo del lavoro (penso sia legale riparare orologi) ed essere impossibilitati ad eseguirlo.
È inoltre una vergogna che politici ed altri si riempiano la bocca parlando di lavoro artigianale, con tante buone frasi, se poi nessuno è interessato a tenere “vivi” gli artigiani esistenti.
Non calcoliamo il fatto che esistono delle scuole di orologeria che formano giovani orologiai che ignobilmente vengono presi in giro già sui banchi di scuola, perché non potranno mai riparare orologi nel proprio laboratorio o negozio.
Ho esposto a Voi in quattro (spero esaustive) parole questa assurda situazione, nella speranza che chi legge possa prendere a cuore il problema ed aiutarci a porre fine a questo vergognoso protrarsi di episodi illegali! Prendiamo l’esempio degli autoriparatori che sono riusciti a superare il medesimo problema.
Grazie di avermi letto.
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