09/01/08

Lettera al Ministero dello Sviluppo Economico

In data 12.11.2007 è stata inviata la seguente lettera al Ministero dello Sviluppo Economico, all'attenzione dell'On. Pier Luigi Bersani.

Con una cortese lettera, lo stesso Ministero ha successivamente risposto assicurando che il problema sarà oggetto di attenta valutazione.

Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.

Ecco il testo completo:

Milano, 12 novembre 2007

Ill.mo Signor Ministro On. Pier Luigi Bersani

Ministero dello Sviluppo Economico

Via Molise, 2

00187 ROMA

Oggetto: orologiai riparatori e parti di ricambio originali.

Ill.mo Signor Ministro,

sono un tecnico riparatore orologiaio indipendente, mi rivolgo a Lei con questa lettera aperta rivolta anche alle stampa, perché venga preso in esame il tema che maggiormente agita la categoria professionale alla quale appartengo. La crescente difficoltà nel reperire parti di ricambio originali dalle case costruttrici infatti, si sta trasformando in un concreto rischio di estinzione per l’antico mestiere di orologiaio riparatore.

Mi rivolgo soprattutto alla sensibilità che Lei ha dimostrato fin dall’inizio del Suo mandato, a tutela del consumatore e degli enormi vantaggi che questi può trarre dall’applicazione della libera concorrenza. L’orientamento stesso della Comunità Europea in tal senso, si è già concretizzato con il noto regolamento 1400/2002 a tutela del settore indipendente della riparazione di autoveicoli.

Purtroppo la categoria dei tecnici riparatori orologiai - esigua nel numero e priva di tutele in ogni forma - deve scontrarsi con la forte lobby svizzera delle case costruttrici le quali, attraverso il rifiuto a fornire parti originali di ricambio in nome della tutela dal fenomeno della contraffazione, hanno di fatto creato una situazione di oligopolio nei confronti della propria rete di assistenza interna, che si traduce per il consumatore finale in listini imposti privi di alcuna libera concorrenza e in tempi di fermo degli orologi in riparazione ben più lunghi.

Non è bastata un’interpellanza presentata alla Commissione Europea nel 2001 da parte del parlamentare austriaco Johannes Swoboda il quale ha sottolineato la chiusura dell’industria elvetica , ma il cui esito vago ed interlocutorio, ha ribadito soltanto una situazione sostanziale di stallo.

Non nascondo che - a questo punto - la categoria tutta rivolge alla Sua attenzione un’ultima speranza per un parere o un provvedimento che oltre che di buon senso è nel naturale corso delle cose.

In attesa di un Suo cortese riscontro porgo cordiali saluti.

Rodolfo Saviola - Milano

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